Questa è la storia di un ortolano
e di come il mondo girò in aeroplano.
Lui era stanco di vendere frutta,
la sua vita gli pareva brutta.
Un giorno gridò a pieni polmoni:
“Basta col vender limoni,
basta anche con queste cosine,
non voglio più saperne di noccioline!”
Decise così di prendere il volo
e con un aereo si staccò dal suolo.
Atterrò che ormai il cielo era nero
e si trovò in cima ad un pero.
Rassegnato si addormentò lì vicino
dopo aver mangiato un mandarino.
Quando fu giorno lui si svegliò
e guardandosi attorno arrabbiato esclamò:
“Ieri da casa sono partito
e ora mi trovo nel bosco smarrito!”
C’era lì un albero con severo piglio,
l’ortolano capì: “Si tratta di un tiglio.”
L’ortolano aveva infatti un cervello fino
e così riconobbe anche un pino.
Il nostro eroe non sapeva che fare:
forse dalla sua frutta era meglio tornare.
In fondo si trovava bene in mezzo a quei frutti arancioni,
non gli dispiacevan poi tanto i meloni.
Così lui riprese il suo aeroplano
e ricominciò a volare lontano.
“Oh sei arrivato, mio caro Anselmo;
ti ho giusto preparato un pompelmo.”
Il nostro Anselmo sotto i baffi sorrise
e il cuore in pace si mise.
Lui dalla frutta non poteva scappare
allora tanto meglio era restare.
E dunque per riempirsi la pancia
si mangiò anche una bella arancia.
Poi andò a letto felice e contento:
“Sono ortolano e, sì, me lo sento!”
Filastrocca ispirata dagli odori della mostra interattiva “Ficcanaso”, realizzata da L’Ideatorio USI nel 2011 a Castagnola, Lugano e ospitata nel 2012 a Sasso Corbaro, Bellinzona.
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