Ancora prima di sbucare dal bosco Roberta sa di trovare la griglia accesa e i Cervelas sfrigolanti. Sono le dieci del mattino, ma il profumo fa già gorgogliare lo stomaco. Il marito Luca è passato a prenderla appena finito il turno e sono partiti veloci alla volta della cascina. È da una settimana che aspetta di abbracciare Paolo, scalmanato figlio in custodia temporanea sui monti del suocero Giuseppe.
“Ciao a tutti!”
Luca sorride e stringe il bimbo, mentre il padre saluta da lontano e quell’impenitente scapolone del fratello Tiberio agita una mano, mentre con l’altra gira le costine.
“Benvenuti, sedetevi che vi porto da bere.”
Nonno Giuseppe sparisce dentro le fresche mura di sasso e Roberta osserva la sua piccola famiglia riunita: un figlio adorabile, un marito che sa farla ridere, un cognato che ha sempre qualche panzana da raccontare e un suocero burbero, ma buono.
Alla luce del giorno i dubbi si dissipano come nebbia al sole e l’idea di tradire i suoi uomini le è estranea e quasi ostile. Da brava psicologa, però, si conosce e sa che è facile avere buoni propositi in una giornata lontano dalla fatica del mondo. Il problema si ripresenterà, le incertezze torneranno prepotenti e la battaglia riprenderà il suo corso quotidiano.
Non ha mai conosciuto la suocera e sa bene quanto la sua mancanza sia una presenza costante. Farà di tutto, nei limiti della sua felicità, per evitare che accada di nuovo.
Come se le avesse letto nel pensiero Tiberio esclama: “Luca, ti saluta la mamma. Dovresti chiamarla un giorno o l’altro.” Gli occhi di Giuseppe si stringono in due fessure di triste rancore, mentre Luca si stringe nelle spalle.
Dieci anni prima la loro era una famiglia felice, con i propri problemi è ovvio, ma chi non ne ha?
Poi la malattia di Carla ha ribaltato tutto. Giuseppe ha lottato giorno e notte per restituirla alla vita e alla fine ha vinto la guerra contro il male fisico, ma non quella contro la distanza che si è creata nel corso degli anni con una moglie vista sempre come mamma dei propri figli e, in quei lunghi mesi d’agonia, come paziente da operare, sezionare, guarire, ma mai come donna.
E così quando, passata la buriana, sono tornati alla vita di paese, è arrivata la tempesta.
In valle, a reclamare un’inutile eredità, è arrivato Adam. Leventinese d’origine, australiano di nascita è rimasto giusto il tempo di vendere crotto e locanda ed è ripartito per Sidney con Carla che, in una volta sola, ha concentrato tutte le follie mai vissute negli anni passati all’ombra del marito e se n’è andata con un uomo che è riuscito a farle battere il cuore oltre ogni ragione.
“Dai Luca, basta con questo atteggiamento. Neanche sa di essere diventata nonna. Ha sbagliato è vero, anche se potremmo discutere sul perché”, Giuseppe si rabbuia nel sentire queste parole di Tiberio, “ma che ti piaccia o no è pur sempre nostra madre e Paolino ha i suoi occhi blu come il Tremorgio.”
L’aria all’improvviso è diventata pesante, ma alla vista di Paolo e Napoleone che rincorrono una gallina che starnazza indignata, i quattro scoppiano in una risata liberatoria e la tensione si stempera.
“Tonto d’un cane lascia in pace Rosita: quella povera pollastra ha perso quasi tutte le piume! Hai visto Roberta? Bimbo e San Bernardo si capiscono alla perfezione, soprattutto quando c’è da combinare qualche disastro!”
Giuseppe si rivolge alla nuora. È una brava ragazza, Luca ha scelto proprio bene. Ah ne trovasse una così anche Tiberio! Invece lui no, sempre dietro a tutte le sottane.
Mario, il figlio più piccolo, è in Germania: chissà quando lo potrà rivedere?
La giornata passa troppo veloce tra cibi che riempiono lo stomaco, chiacchiere che pervadono l’aria e momenti da ricordare che colmano il cuore. Presto è ora di ripartire, di tornare a casa e di caricarsi nuovamente sulla schiena il peso di una vita che non può rimanere sospesa ad aspettare tempi migliori.
Qualche lacrima di Paolino intristisce la mamma, ma il sorriso torna sulle gote del piccolo all’idea che il sabato dopo si sarebbero rivisti.
“State attenti, la strada è piena di curve.” Li saluta un profetico nonno Giuseppe, mentre Roberta sente il marito che sussurra al fratello: “Ci penserò, promesso.”
Non sa a cosa si riferisca Luca, può solo sperare che presto Paolino avrà anche una nonna.
Primo racconto di una mini-serie di quattro storie apparsa, durante il lock-down dovuto al Coronavirus, sul settimanale Cooperazione con il titolo di “Una famiglia normale”.
Scarica qui il pdf del racconto con le illustrazioni apparso su Cooperazione del 28.04.2020.
Al link seguente trovi anche la prima puntata della mini-serie dal titolo “Una storia di famiglia: nonno, cane e nipote“. Al link seguente trovi anche la seconda puntata della mini-serie dal titolo “Una storia di famiglia: lui, lei e l’altro“. Al link seguente trovi anche la terza puntata della mini-serie dal titolo “Una storia di famiglia: figlio, uomo e marito“.